Pagine

mercoledì 20 novembre 2013

Un ponte tra due mondi...

Il vecchio ed il nuovo continente. Costruire un ponte per unirli è impresa titanica ed impossibile ma possiamo noi nelle nostre cose di tutti i giorni fare in modo che le distanze si annullino. E come ho fatto io? Semplice, con una birra!! Ma non una birra qualsiasi, ma una birra che riunisca in se le caratteristiche delle nazioni brassicole più famose di Europa e America... Una birra TRANSATLANTICA!! (sperando non faccia la fine del Titanic...)

Questa birra è nata un po' per necessità, un po' per gioco, ed è diventata poi una sfida intrigante... Perchè? Semplice, in questa produzione avrei sperimentato la famosa "luppolatura continua" ossia una gittata di luppolo per ogni minuto di bollitura del mosto. Da questo particolare non ci vuole molto ad intuire che lo stile scelto è quello delle Indian Pale Ale...
Ma ora, perchè la definisco Transatlantica? Semplice, come ho detto prima ho usato malti e luppoli tipici delle nazioni che hanno fatto della birra un loro prodotto di punta. Se siete dei puristi troppo ligi al BJCP vi consiglio di sedervi o di non continuare a leggere; io seguo molto la guida, ma in questo caso ho dovuto fare un atto "sovversivo"! I malti base vengono dal Belgio ma portano il nome Pilsner, che subito ci fa venire in mente la Repubblica Ceca; nei malti speciali troviamo il profumo caramellato del Crystal inglese, del Carapils e del Caramonaco tedeschi. Ma è nei luppoli che si ha l'apoteosi del melting pot brassicolo: l'EKG è stato scelto sia per la luppolatura continua che per il dry hopping ed insieme a lui l'Inghilterra è rappresentata anche dal Fuggle e dal Challenger; rimanendo nel vecchio continente, ritroviamo la Germania con il nobile Hallertauer... E l'America dove sta, direte voi? Eccola, con i profumati e agrumati Chinook, Cascade e Apollo, nonchè con il lievito US-05!!
Un vero e proprio pot-pourri di sapori e profumi che, sapientemente amalgamati e miscelati (ecco la grande sfida), rende questa birra unica nel suo genere e particolarmente apprezzata da chi vuole un tocco di stravaganza ed originalità, senza però andare troppo lontano dai sapori a cui siamo stati abituati...

Ma torniamo a noi... Nel mentre che aspettavo la sua maturazione, mi sono divertito, assieme all'amico Tonino, a realizzare una bella etichetta.
Le proposte per l'immagine di base erano tre: una legata al concetto di "ponte" (ma oramai troppo banale col ponte di Brooklyn fin troppo visto e rivisto), una che si rifà al concetto di "vecchio e nuovo" ed una legata alla mitologia.
La scelta è ricaduta su quest'ultima: "Trattandosi di "transatlantismo" e di impresa titanica ho una figura mitologica a portata di mano: Atlante... un titano! Uno scatto eseguito ai piedi della famosa statua simbolo del Rockefeller Center a NY." (Tonino P., dal libro "Porca miseria ho scordato il flash" - Cataratta Editore).
E come dargli torto? La foto ritrae possente questo titano che su di se sorregge il mondo; un personaggio forte come il gusto di questa birra, invidiato dagli uomini e desiderato dalle donne (e ha già fatto colpo su chi in anteprima ha visto la foto...). Inoltre come non sceglierlo sapendo anche di chi è figlio? Il padre è Giapeto (che in greco significa "il perforatore"), progenitore della specie umana, e la madre Climene (o Clito, secondo quel guascone di Platone) la quale rappresenta l'acqua, ingrediente principale di ogni birra.
E così come il frutto non cade lontano dall'albero (a meno che non si tratti di un melone) il nome scelto per questa birra è Atlas (decidete voi se pronunciarlo alla francese o meno).

Infine, prima di passare alla degustazione, spendo due parole sulla frase che accompagna l'etichetta: l'ho scelta perchè ben incarna lo spirito con cui questa birra è nata, ossia quello di avventurarsi in uno stile classico con "nuovi occhi", senza dover andare troppo lontano per scoprire nuove cose.

Nel bicchiere si presenta con una bella schiuma tendente al nocciola e di un limpido colore mogano. Al naso si avvertono note di lodi maturi e fiori di pompelmo, oltre ad una base di tostato. Al sapore l'amaro è molto ben bilanciato dai malti che riportano alla mente il gusto dela crosta di pane, della noce ed un effimero accenno di carruba; il sapore biscottato cede il passo, a fine bevuta, ad un amaro fresco e pulito che rimane in tutta la bocca senza però essere aggressivo.




Nessun commento:

Posta un commento