La scelta quindi è ricaduta su una Dark Mild, una birra tipica della vecchia Bretagna che mi permetteva di usare un po' di malti che già avevo in magazzino e un quantitativo modestissimo di luppolo. La storia di questo stile è molto interessante e ne ho parlato in questo articolo (click) in cui trovate anche consigli utili per la produzione e l'abbinamento; in sintesi si tratta di una birra scura molto leggera e poco alcolica, con un corpo esile e poco amaro a sostenere note tostate e di cereali.
Per la ricetta ho quindi optato per uno svuota magazzino usando malto pale di base con una piccola aggiunta di caramonaco 60L e carafa III per aggiustare la sfumatura di colore. Per favorire le note maltose senza avere sensazioni di dolcezza ho optato per un mash a 65°C e acqua a favorire i cloruri; per la luppolatura invece ho usato solo del Target in amaro e giusto una sfumatura in aroma. Avendo la possibilità di lavorare in isobarico ho deciso di rimanere basso nella carbonazione per favorire la sensazione di vellutatezza e simulare un po' quella che è la classica spillatura a pompa.
Alla vista si presenta subito con una schiuma avana compatta e persistente, un colore mogano e una limpidezza fantastica. Al naso si riconoscono lievi note di tostato e di nocciola ed al gusto vengono confermate e accompagnate da una bevuta facile e rinfrancante. Il basso tenore alcolico la rende perfetta compagna di mille bevute.
Per il nome e per la parte grafica mi sono voluto ispirare ai vecchi pub anglosassoni dove un tempo questa birra era la regina del bancone: una vecchia lampada a olio creava l'atmosfera e faceva compagnia ai bevitori stanchi dopo il lavoro.
La prima esperienza di isobarico devo dire che si è conclusa piuttosto bene e senza grossi intoppi e sono pronto per sperimentare ancora per poter padroneggiare al meglio questa tecnica e tirarne fuori il meglio per le mie birre!