Lo smirnio (o corinoli o sedano selvatico) è una pianta spontanea tipica dell'area mediterranea; la sua caratteristica risiede nell'aroma e nel gusto molto particolari. È decisamente difficile poter spiegare a chi non lo avesse mai provato quali profumi e sapori possiede. A me ricorda molto la mirra, la citronella, il finocchietto selvatico con un mix di balsamico e floreale: ogni volta che annuso un'infiorescenza si scatena nella mia memoria olfattiva un turbinio di ricordi che però difficilmente riesco ad abbinare.Questa pianta era apprezzata in cucina già ai tempi dei romani tuttavia io non ne conoscevo l'esistenza fino a qualche mesetto fa quando Lidia me ne portò un mazzetto da assaggiare. Nel suo giardino ne cresce a foreste e nel suo paese sono soliti consumarlo lesso oppure fritto. Il gusto è altrettanto caratteristico, scompaiono alcune delle fragranze descritte prima per far posto a dei sentori più erbacei ma nonostante tutto eleganti e morbidi.Proprio per queste caratteristiche peculiari dello smirnio, mi è stato proposto di renderlo un ingrediente caratterizzante per una delle mie birre ed io ho accettato la sfida. Per onorare tutte le sfumature che tale piante offre, ho deciso di fare una triplice infusione sia a freddo che a caldo; inoltre non ho tralasciato l'uso dei semi che già da soli donano un profumo incredibile.
Come caratteristiche per la birra ho scelto di restare sul neutro con una base di pils con un tocco di carared per accentuare la sfumatura di colore, ed una luppolatura ai minimi termini in cui ho usato il warrior, un luppolo americano che mi ricorda alcune delle nuance dello smirnio. Mi sono mantenuto basso in amaro dato che lo smirnio stesso lascia una nota amara ben decisa. Come lievito ho optato per un lievito kölsch che esalta le note speziate e floreali.
Alla vista si presenta di un bel colore ambrato, con sfumature rubino, e con una schiuma bianca abbondante e compatta. Al naso emergono le dolci note floreali e fruttate di questo ingrediente magico, con ricordi di frutta gialla, di zenzero e citronella; al gusto gli aromi vengono confermati ed amplificati con un rimando al miele e ai fiori di zàgara mentre la bevuta rimane piacevole e mai stucchevole.
Il nome che ho scelto per questa birra è Zivirnia che è uno dei nomi usati nel Salento per indicare lo smirnio.
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